Con le nuove normative europee e con il dettato del recente Decreto Milleproroghe, arriva anche in Italia una forte apertura alla nascita delle cosiddette “comunità energetiche”. Si tratta, in pratica, della possibilità di condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili per potenza complessiva inferiore ai 200 kW ed effettuare autoconsumo utilizzando la linea di distribuzione elettrica esistente. Un’evoluzione normativa molto attesa che consentirà la nascita di un nuovo profilo di utenti “prosumer 

Impatto della normativa 

Per ora il sistema è sperimentale, ma entro pochi mesi ci sarà una normativa completa con il recepimento della direttiva europea RED 2, la 2018/2001/UE, che per quanto riguarda l’ordinamento italiano è previsto per giugno 2021. 

La Direttiva 2001/2018/UE sullo sviluppo delle fonti rinnovabili – in particolare attraverso gli articoli 21 (che definisce esattamente il concetto di autoconsumo) e 22 (che descrive le diverse modalità di comunità energetica) – pone al centro del progetto europeo di sviluppo di energia distribuita e pulita proprio le comunità energeticheLe comunità energetiche sono definite come “un insieme di soggetti che, all’interno di un’area geografica, sono in grado di produrre, consumare e scambiarsi energia con una governance locale (aggregatore) capace di favorire l’utenza in un’ottica di autoconsumo e autosufficienza. 

Il decreto italiano si applica ad impianti di nuova realizzazione e prevede l’utilizzo della rete esistente con il pagamento degli oneri di sistema sia per l’energia prelevata dalla rete sia per l’energia condivisa. Gli impianti realizzati in comunità energetiche non potranno accedere agli incentivi previsti dal decreto FER1, ma avranno un nuovo incentivo il cui funzionamento sarà individuato dal Ministero dello Sviluppo e il cui valore verrà definito da ARERA.  

Le proposte algoWatt per un settore emergente 

algoWatt si sta muovendo per supportare questo nuovo cambio di paradigma dell’energia rinnovabile distribuita e collaborativa, con la quale milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde e la condivideranno con gli altri.  

La società è, infatti, all’avanguardia sulle soluzioni per gli “aggregatori” e anche sui servizi per le nuove comunità energetiche. Il ruolo dell’aggregatore, che funge da interfaccia tra la Comunità Energetica e il GSE per la regolazione delle partite economiche relative a quote di incentivazione ed al riparto dell’energia condivisa, è al centro dei progetti di ricerca e innovazione di algoWatt già da anni ed è uno dei punti di forza del nuovo modello di business “as-a-service” che l’azienda ha delineato per il futuro.  

Con i risultati di questi progetti, algoWatt sta sviluppando una piattaforma di gestione dedicata “Energy Revolution Community Edition”Il progetto in fase di sviluppo è quello di una soluzione scalabile che parte da una dashboard rivolta agli operatori per la gestione del riparto dell’energia condivisa e delle partite economiche con GSE, anche con contratti personalizzati. Nell’ottica di ottimizzare l’uso dell’energia condivisa, aggiunge poi il monitoraggio dell’energia con dashboard per il gestore della comunità e per i membri, fino a consentire la gestione dell’energia all’interno della Comunità Energetica per gli impianti che lo consentono.   

I potenziali utilizzatori 

Ma chi interessa la nuova normativa? Ci sono due tipi di “Comunità energetica”: 

  1. Associazione di autoconsumatori collettivi. Comprende consumatori che appartengono ad uno stesso edificio o condominio. È orientata ai condomini che possono condividere impianti da rinnovabili comuni. 
  2. Comunità Energetiche. Comprende consumatori e impianti di generazione da rinnovabili attestate su una porzione di rete di distribuzione in bassa tensione, servita da una singola cabina MT/BT. È orientata a consumatori anche non domestici che coprono aree di territorio limitate (dipende dall’estensione della rete in BT sottesa dalla cabina). 

All’interno della Comunità energetica, come detto, devono esistere impianti di generazione di potenza non superiore a 200kW ed entrati in servizio dopo il 28/02/2020 (e fino a 60 giorni dopo la conversione della delibera UE 2001(18). È inoltre prevista la possibilità includere impianti di accumulo. La comunità rimane uan organizzazione molto aperta con possibilità di disdetta e prevede non impone vincoli per quanto riguarda la fornitura dell’energia che rimane facoltà del singolo partecipante.