Superbonus – tutte le FAQ2020-10-05T00:51:14+02:00

Superbonus – tutte le FAQ

Che cos’è il Superbonus 110% 2020?2020-09-21T10:49:31+02:00

Il Superbonus è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Le nuove misure si aggiungono alle detrazioni previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresi quelli per la riduzione del rischio sismico (c.d. Sismabonus) e di riqualificazione energetica degli edifici (c.d. Ecobonus).

Cosa significa riqualificazione energetica per il Superbonus?2020-09-21T11:19:02+02:00

Per arrivare al Superbonus 110%, nelle normative viene specificato che un requisito fondamentale e obbligatorio, è quello di eseguire interventi che migliorino l’edificio di almeno 2 classi energetiche.

Sono detti lavori di efficientamento energetico, e vanno definiti insieme ad un tecnico. In alternativa, si deve raggiungere la classe energetica più alta possibile relativamente al proprio Attestato di prestazione energetica (APE).

Cos’è la classe energetica necessaria per il bonus 110%2020-09-21T10:55:40+02:00

La certificazione energetica degli edifici nasce per classificare le prestazioni energetiche di case e appartamenti, ed è obbligatoria nei contratti di locazione, rogiti, annunci immobiliari, detrazioni e sgravi fiscali. Serve a capire, quindi, quanto consuma un edificio e quale impatto ambientale abbia. La suddivisione nelle 10 classi energetiche avviene partendo dalle lettere dell’alfabeto, con un’aggiunta di numeri. Una scala di consumi che parte dalla classe A4, la migliore, fino alla G. Ad ogni classe è assegnato un punteggio che va da 1 per la meno efficiente a 10 per la più efficiente, valutando le fasce di consumo.

Quali sono i lavori ammessi al Superbonus?2020-09-21T10:57:47+02:00

I lavori sono quelli che interessano settore della riqualificazione energetica, detti lavori trainanti.

Il Superbonus si applica principalmente a lavori che riguardano isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale o di riduzione del rischio sismico.

  • Interventi di isolamento termico sugli involucri dell’edificio (ad esempio il cappotto termico).
  • Sostituzione impianti di climatizzazione (caldaie, condizionatori, acqua calda sanitaria, altre soluzioni) sulle parti comuni degli edifici unifamiliari.
  • Sostituendo gli impianti di climatizzazione (caldaie, condizionatori, acqua calda sanitaria, altre soluzioni) negli edifici unifamiliari.
  • Sostituzione impianti di climatizzazione sulle unità immobiliari di edifici plurifamiliari indipendenti.
  • Interventi antisismici, con una detrazione al 110% per il Sismabonus.

Oltre gli interventi trainanti, rientrano nel Superbonus anche le spese per interventi correlati. Ovvero lavori di riqualificazione eseguiti insieme a uno degli interventi trainanti.

  • Interventi di efficientamento energetico.
  • Installazione di impianti solari fotovoltaici.
  • Infrastrutture (colonnine) per la ricarica di veicoli elettrici.
  • Alcuni interventi di recupero del patrimonio edilizio.
Cosa si può detrarre al 110, specificando gli interventi?2020-09-21T10:59:03+02:00

Ecco quali sono gli interventi che potranno godere della detrazione fiscale potenziata al 110%:

  • interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo – Tetto massimo: la detrazione va calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio;
  • interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti centralizzati a condensazione, a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, microcogenerazione – Tetto massimo: la detrazione va calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito;
  • interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, di microcogenerazione – Tetto massimo: la detrazione va calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 ed √® riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito;
  • tutti gli altri interventi di efficientamento energetico previsti all’articolo 14 del Decreto-Legge n. 63/2013 (come ad esempio l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari…), a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi descritti nei punti precedenti – Tetto di spesa: la detrazione va calcolata su un ammontare complessivo previsto dai limiti di spesa previsti per ciascun intervento.
Gli interventi antisismici nel Superbonus sono al 110%?2020-09-21T11:22:30+02:00

Sì. La detrazione del Sisma Bonus, già prevista in passato, viene elevata al 110% per le spese sostenute dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021.

Cos’è il Credito d’imposta?2020-09-21T11:23:56+02:00

Il credito d’imposta è il credito che il contribuente può vantare nei confronti delle casse dell’Erario, in particolare grazie alle detrazioni fiscali previste dalla normativa. Il credito può compensare debiti presenti con l’erario, oppure può essere rimborsabile tramite dichiarazione dei redditi annuale.

Come cedere il credito di imposta?2020-09-21T11:24:50+02:00

Il contribuente che richiede i lavori e ne ricava la detrazione fiscale, può chiedere il rimborso ma può anche cedere questo suo credito verso il fisco all’impresa che svolge i lavori. L’impresa edile, a sua volta, può inserirlo nella propria dichiarazione. Oppure può cedere il credito a un fornitore, magari una ditta di materiali edili, che lo può utilizzare come compensazione.

Nella terza ipotesi, sia il richiedente dei lavori, sia l’impresa edile, possono cedere il credito d’imposta ad un istituto di credito (banca), assicurativo o di intermediazione finanziaria.

Ricapitolando, la cessione può essere disposta in favore di:

  • fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi edili
  • altri soggetti – persone fisiche, esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti
  • istituti di credito e intermediari finanziari.

I soggetti che ricevono il credito, a loro volta, hanno la facoltà di cederlo a terzi.

Cosa compensa il credito d’imposta ceduto?2020-09-21T11:25:44+02:00

Il credito che si può cedere ad un’impresa di lavori edili, può essere utilizzato per compensare eventuali debiti dovuti al pagamento di imposte dovute.

Le imposte utilizzabili per la compensazione sono IMU, IVA, IRES, IRAP, TARI, Contributi INPS e INAIL, IRPEF dipendenti e assimilati, Ritenute e Accise. Per la compensazione esiste un limite massimo cumulativo – fino ad 1 milione di euro secondo l’art. 147 del Decreto-legge Rilancio. Questi crediti saranno compensabili dal contribuente tramite il modello F24.

Quali sono i vantaggi della cessione del credito?2020-09-21T11:28:25+02:00

La detrazione fiscale del 110% può portare a:

  • un rimborso in fase di dichiarazione dei redditi, vantaggioso per la compensazione dei debiti o la crescita del credito d’imposta
  • uno sconto immediato da parte del fornitore (impresa edile), il cosiddetto sconto in fattura – dato che l’impresa riceve il credito, può donare un contributo anticipato.
Come funziona il credito d’imposta bancario del Superbonus?2020-09-21T11:30:25+02:00

Le banche hanno studiato in questo periodo dei prodotti pensati per la cessione del credito al 110%, con diverse soluzioni. È possibile cedere il credito d’imposta maturato e ottenere liquidità, dopo il completamento dei lavori e il passaggio del credito nel cassetto fiscale della banca. È possibile avviare gli interventi sia con la cessione del credito d’imposta maturato sia con un finanziamento che segue l’andamento dei lavori – soprattutto per lavori pubblici a lunga durata.

La cessione del credito, quindi si può richiedere solo quando i lavori hanno raggiunto un certo stato di avanzamento.

È possibile formulare un esempio di cessione del credito alla banca?2020-09-21T11:32:25+02:00

Puoi decidere effettuare interventi sia trainanti che trainati per 50.000 euro. Per esempio, 40.000 euro per la costruzione di un cappotto termico (riduzione della trasmittanza termica), e 10.000 euro per interventi di sostituzione infissi. Il credito d’imposta è pari al 110% dell’importo totale, è dunque 55.000 euro. La banca, come abbiamo visto, dovrebbe riconoscere come rimborso non il totale del 110% ma circa il 100%. Ultimamente, alcune banche si sono orientate a riconoscere ai privati e ai condomini circa il 102% per ogni 110% di credito ceduto – quindi 51.000 euro.

Tenendo l’esempio di una cessione al 102% per un privato, i passi da fare sono questi:

  • sottoscrizione dell’impegno a cedere i futuri crediti d’imposta alla banca, e impegno dell’istituto di credito ad acquistarli;
  • apertura di un conto corrente dedicato al progetto, con modalità che variano da istituto a istituto – spesso si tratta di un’operazione di credito per anticipo contratti-fatture di 18 mesi;
  • durante l’avanzamento dei lavori, maturazione e cessione dei crediti fiscali dopo l’asseverazione (almeno 1/3 dei lavori deve essere fatto);
  • acquisto dei crediti da parte della banca (30% corrispondenti all’avanzamento di 1/3 dei lavori – circa 17.000 euro) e versamento del controvalore sul c/c del cliente che li cede;
  • i crediti continuano a maturare e la banca continua ad acquistarli (es. 2/3 dei lavori – circa 34.000 euro) e corrispettivo controvalore versato sul c/c;

a fine lavori, maturazione e cessione dei crediti d’imposta residui, continuando sempre la procedura di acquisto della banca e versamento del controvalore finale sul c/c (i rimanenti 17.000 euro).

Con lo sconto in fattura i lavori diventano gratis?2020-09-21T11:35:07+02:00

Gli interventi legati all’efficientamento energetico e agli adeguamenti antisismici, possono essere soggetti ad un forte sconto immediato in fattura. Ad esempio, se cedi il tuo credito all’impresa edile, questa può decurtare la sua fattura con uno sconto fino all’importo massimo, ovvero al corrispettivo dovuto.

Per ottenere il primo rimborso dagli istituti di credito, però, è necessario aspettare almeno il 30% del completamento dei lavori.

Lo sconto in fattura è del 110%?2020-09-21T11:36:32+02:00

No. Lo sconto dall’impresa che effettua i lavori può essere di importo massimo 100% dei lavori, quindi la cessione del credito, non comprende il 10% extra. Ovvero, seguendo il primo esempio, non si tratta di 22.000 ma di 20.000 euro – il 10% spetta a chi anticipa le spese e chiede il rimborso ai fini fiscali.

La detrazione Superbonus 110% si applica anche alle spese funzionali?2020-09-21T11:37:32+02:00

I costi per l’esecuzione dell’intervento che possono essere compresi sono: l’acquisto di materiali, i costi per la progettazione, perizie, installazione di ponteggi, IVA, imposta di bollo, diritti sui titoli abilitativi edilizi. Anche le spese di smaltimento e bonifica del vecchio impianto.

La sola sostituzione degli infissi è valida?2020-09-21T11:38:36+02:00

Solo in due casi. La sostituzione solo dei vecchi infissi, non può essere considerata un lavoro trainato se non è abbinata ad un lavoro di riqualificazione energetica. Se avviene, però, con nuove versioni che aiutino a fare un salto di due classi energetiche, in alcuni casi sì.

L’articolo 119 del Decreto Rilancio, spiega che si può accedere al bonus, sostituendo gli infissi quando:

  • l’edificio è sottoposto ad uno dei vincoli previsti dal codice dei beni culturali e del paesaggio (Decreto Legislativo n. 42 22 gennaio 2004)
  • per l’edificio gli interventi necessari ad accedere al bonus sono vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali
  • in ogni caso, l’edificio deve migliorare di due classi energetiche, certificate tramite APE.

In questi casi, la detrazione 110% si applica anche agli interventi degli infissi.

Ecobonus 110% vale per le seconde case?2020-09-21T11:39:36+02:00

Sì. Anche per le seconde case si può usufruire di questa detrazione fiscale. Rimangono escluse sempre le abitazioni di lusso.

Quali sono i documenti necessari per ottenere il Superbonus 110%?2020-09-21T11:43:20+02:00

Sarà necessario predisporre documenti che necessitano di una consulenza professionale. Ecco i principali.

  • Titolo abilitativo (SCIA/CILA o permesso di costruire).
  • Visura catastale che attesti la proprietà dell’unità.
  • Autorizzazione ai lavori firmata dal proprietario dell’immobile.
  • Verbale dell’assemblea (in caso di lavori nei condomini).
  • Contratto di appalto o lettera di incarico professionale.
  • Dichiarazione tecnica che attesta la maturazione del bonus fiscale e il miglioramento delle due classi energetiche previste dalla norma – firmata dal cliente e dall’impresa.
  • Documento che attesta l’iscrizione all’albo del tecnico che redige la dichiarazione asseverata.
  • Autocertificazione del beneficiario della detrazione che dichiari di non beneficiare del 110% su più di due unità immobiliari e che l’unità non sia destinata ad attività di professione o impresa.
  • Attestato di prestazione energetica (APE) prima e dopo l’intervento, nella forma della dichiarazione asseverata.
  • Asseverazione del rispetto dei requisiti previsti dai decreti (art. 14 del D.L. n. 63/2013 comma 3-ter).
  • Congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.
  • Invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate sull’esercizio dell’opzione di cessione.
  • Ricevuta di presentazione all’Enea dell’asseverazione, e la dichiarazione di conformità dei documenti.
  • Per gli interventi antisismici, per cui i tecnici dovranno dichiarare l’efficacia dei lavori eseguiti.È importante seguire tutti gli stati di avanzamento lavori, trasmettendo le fatture, le ricevute dei bonifici e il modulo firmato dall’impresa che esegue i lavori con la dichiarazione sull’avanzamento.
Un edificio condominiale con un solo proprietario, può usufruire dell’Ecobonus?2020-09-21T11:44:19+02:00

No. La detrazione del 110% non si applica quando un edificio con un solo proprietario, esegue gli interventi sulle parti comuni di due o più unità immobiliari distintamente accatastate.

In caso di trasferimento di proprietà, si blocca il Superbonus?2020-09-21T11:45:06+02:00

No. Quando si trasferisce la proprietà, per esempio nella vendita della casa, le detrazioni si trasferiscono al nuovo proprietario, ossia l’acquirente della casa.

L’Ecobonus 110 % vale per le villetta a schiera?2020-09-21T11:46:27+02:00

Solo in alcuni casi. La villetta a schiera è considerata un’unità abitativa che è parte di una serie di altre abitazioni simili accostate tra loro. Ci sono dei requisiti che devono avere le villette a schiera per accedere al 110% di detrazione fiscale, secondo l’Agenzia delle Entrate. Le villette devono avere indipendenza funzionale, quindi essere dotate di impianti di proprietà esclusiva, e un accesso autonomo – portone o cancello che permette un passaggio esclusivo alla casa dalla strada.

Ecobonus 110 % vale per le ristrutturazioni?2020-09-21T11:47:28+02:00

No. Il Superbonus non riguarda le ristrutturazioni. In alcuni casi, però, i lavori di ristrutturazione potrebbero essere correlati agli interventi trainanti. Per questo, è necessaria una valutazione di un esperto sulle possibilità di unire le lavorazioni quando è presente una riqualificazione energetica.

Il vecchio Ecobonus vale ancora?2020-09-21T11:48:21+02:00

Sì. Per molti lavori edilizi che non interessano una riqualificazione energetica così determinata, sono sempre attive le detrazioni fiscali del 50%, 65%, 70%, 75%, 80% e 90% (bonus facciate).

Si può eseguire un intervento di isolamento termico su un edificio non riscaldato con il Superbonus del 110%?2020-09-21T11:49:09+02:00

No, una delle condizioni per poter fruire del Superbonus 110% e, in generale, dell’Ecobonus ordinario, è che gli interventi siano eseguiti su un edificio riscaldato.

Il titolare di un contratto di locazione può usufruire del Superbonus 110% o la detrazione compete esclusivamente al proprietario dell’immobile?2020-09-21T11:50:23+02:00

La detrazione compete, non solo al proprietario dell’immobile, ma anche ai soggetti che detengono l’immobile oggetto dell’intervento in base ad un titolo idoneo al momento di avvio dei lavori o al momento di sostenimento delle spese, se antecedente all’avvio dei lavori. Pertanto, l’inquilino, titolare di un contratto di locazione regolarmente registrato, potrà usufruire della detrazione purché abbia l’approvazione del proprietario dell’immobile.

Il titolare di reddito di impresa e proprietario all’interno di un Condominio di alcune unità immobiliari può usufruire del Superbonus 110%?2020-09-21T11:51:12+02:00

I titolari di reddito di impresa rientrano tra i beneficiari della detrazione nella sola ipotesi di partecipazione alle spese per interventi effettuati sulle parti comuni condominiali e non per gli interventi effettuati sulle singole unità immobiliari di cui sono proprietari.

Ci sono limiti al numero di unità immobiliari sulle quali si possono effettuare gli interventi ai fini del Sisma bonus 110%?2020-09-21T11:52:00+02:00

No, gli interventi antisismici possono essere effettuati su tutte le unità abitative, anche in numero superiore alle due unità.

Quali sono le leggi sul Superbonus 110%?2020-09-21T11:55:11+02:00

Dopo il Decreto Rilancio, ad oggi abbiamo un quadro normativo completo e che è costituito da diversi decreti, circolari, guide e leggi.

  • n. 34/2020 (Decreto Rilancio) convertito con modifiche, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77
  • Guida al Superbonus 110% dell’Agenzia delle Entrate e Sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate con l’approfondimento al Superbonus 110%.
  • Decreto Asseverazioni del 3 agosto 2020 emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico.
  • Decreto Requisiti minimi Ecobonus del 6 agosto 2020 emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico – in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale prevista all’art. 12.
  • Circolare dell’Agenzia delle Entrate 8 agosto 2020, n. 24/E su Detrazione per interventi di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico degli edifici, nonché opzione per la cessione o per lo sconto in luogo della detrazione previste dagli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (Decreto Rilancio) convertito con modificazione dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 – Primi chiarimenti.
  • Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 8 agosto 2020, n. 283847 su Disposizioni di attuazione degli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, per l’esercizio delle opzioni relative alle detrazioni spettanti per gli interventi di ristrutturazione edilizia, recupero o restauro della facciata degli edifici, riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti solari fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.
Come influiscono le comunità energetiche sul sistema elettrico italiano?2020-09-25T14:12:50+02:00

Le comunità dell’energia riducono i costi di funzionamento del sistema elettrico italiano.

Il meccanismo di incentivazione è costruito per incentivare solo l’energia prodotta e simultaneamente autoconsumata in loco dai membri delle comunità. In questa maniera:

– si riducono i costi di trasporto legati alla quota di energia autoconsumata da quei cittadini, in quanto non è più necessario che quell’energia viaggi sulle reti elettriche di alta e altissima tensione;

– si riducono le perdite sulle reti elettriche generate da quel trasporto;

– in prospettiva, si possono ridurre anche i costi di sviluppo di nuove reti elettriche;

– sempre in prospettiva, si possono ridurre i costi di dispacciamento, ovvero quei costi sostenuti da Terna e pagati dai consumatori in bolletta necessari per bilanciare il sistema elettrico e garantirne la sicurezza. Questo in quanto forme di auto-bilanciamento locale potrebbero ridurre le necessità di intervento centrali di Terna.

Si tratta di voci di costo tipicamente pagate in bolletta e che, in questo nuovo modello, andranno analizzate e poi scontate per quei consumatori che aderiranno a una comunità dell’energia.

Usufruire degli incentivi farà aumenterà le bollete?2020-09-25T14:12:29+02:00

Il meccanismo di incentivo non incrementa i costi in bolletta per i consumatori.
Questo perché sostituisce il cd meccanismo dello “scambio sul posto”, attualmente vigente, innovandolo in senso virtuoso (come spiegato nel seguito).

La norma introdotta nel mille proroghe si premura specificatamente di questo aspetto, laddove prevede che il meccanismo sia “realizzato tenendo conto dell’equilibrio complessivo degli oneri in bolletta e della necessità di non incrementare i costi tendenziali rispetto a quelli dei meccanismi vigenti” (art.42-bis, comma 9, lettera d).

Le comunità dell’energia riducono i costi di acquisto e importazione di fonti fossili2020-09-25T15:18:50+02:00

Le comunità dell’energia riducono i costi di acquisto e importazione di fonti fossili.
Il meccanismo premia la produzione e il consumo simultaneo di energia rinnovabile. Questo consente, oltre che di raggiungere gli obiettivi (vincolanti, ricordiamolo) europei al 2030 e di evitare le correlate sanzioni, di garantire maggiore sicurezza degli approvvigionamenti, sostituendo il consumo di fonti fossili di importazione con fonti rinnovabili prodotte in loco.

Si tratta di una voce di costo di cui ci ricordiamo solo nei momenti di crisi geo-politiche, ma che ha avuto in passato e potrà avere in futuro importanti ripercussioni sui costi dell’energia pagati dagli italiani.
Le rinnovabili hanno inoltre dimostrato di poter ridurre, in prospettiva, il costo stesso di produzione dell’energia rispetto alle fossili, generando un ulteriore beneficio economico per i consumatori. Questo, fra l’altro, sarà sempre più vero con il progressivo aumento del costo della CO2.
Infine, va ricordato, che il meccanismo di incentivo sostituisce, come detto, lo scambio sul posto, il quale premia anche chi produce rinnovabile e consuma fossile perché non tiene conto orari di produzione nei consumi.

Accedere agli incentivi è molto complicato?2020-09-25T15:20:46+02:00

Il nuovo meccanismo è più semplice e riduce i costi burocratici.
Il meccanismo di incentivazione è costruito secondo il criterio della massima semplificazione: non ci saranno pre-qualifiche da fare né bandi o graduatorie, ma sarà sufficiente fare richiesta al GSE, una volta realizzata la configurazione, per accedere agli incentivi. Anche da un punto di vista fiscale, il regime è stato semplificato: con il DL rilancio è stato stabilito che, per i condomini che realizzano una comunità rinnovabile, l’esercizio di impianti fino a 200kW non costituisce “attività commerciale abituale”. Così, in pratica, il condominio, per gestire i proventi degli incentivi all’impianto rinnovabile, non dovrà più aprire una partita IVA e avviare una gestione fiscale ad hoc.

Le comunità energetiche facilitano la realizzazione degli impianti, riducendo tempi e costi?2020-09-25T15:23:31+02:00

Sì: l’avvio di un modello decentrato che porta alla realizzazione di iniziative che partono e sono sviluppate dalle comunità locali, consentirà una più facile e veloce realizzazione degli impianti evitando così i costi e gli intoppi già visti laddove gli impianti vengono calati dall’alto su un territorio.

Le comunità energetiche riducono le speculazioni finanziarie sulle rinnovabili (e i relativi costi)?2020-09-25T15:25:50+02:00

Con questo nuovo modello decentrato, si portano i cittadini a realizzare e gestire direttamente gli impianti tramite, appunto, la realizzazione di comunità rinnovabili.
La legge ha esplicitamente previsto, in linea con la direttiva europea, che l’obiettivo principale delle iniziative deve esser quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai membri o alle aree locali in cui opera la comunità, piuttosto che profitti finanziari. È previsto, inoltre, che la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non possa costituire l’attività commerciale e industriale principale, proprio per far mantenere il controllo delle comunità ai cittadini che vi prendono parte.
In questa maniera, si eliminano i costi intermedi e finanziari che un approccio di puro business richiede e si evitano le speculazioni che in passato si sono talvolta registrate nel settore delle energie rinnovabili.
Si riducono così i costi per il sistema e, al contempo, si mantengono i benefici economici nelle tasche dei cittadini e nei luoghi dove le iniziative sono localizzate, stimolando al contempo imprenditorialità locale e senso di appartenenza.

FAQ – Comunità Energetiche

Come influiscono le comunità energetiche sul sistema elettrico italiano?2020-09-25T14:12:50+02:00

Le comunità dell’energia riducono i costi di funzionamento del sistema elettrico italiano.

Il meccanismo di incentivazione è costruito per incentivare solo l’energia prodotta e simultaneamente autoconsumata in loco dai membri delle comunità. In questa maniera:

– si riducono i costi di trasporto legati alla quota di energia autoconsumata da quei cittadini, in quanto non è più necessario che quell’energia viaggi sulle reti elettriche di alta e altissima tensione;

– si riducono le perdite sulle reti elettriche generate da quel trasporto;

– in prospettiva, si possono ridurre anche i costi di sviluppo di nuove reti elettriche;

– sempre in prospettiva, si possono ridurre i costi di dispacciamento, ovvero quei costi sostenuti da Terna e pagati dai consumatori in bolletta necessari per bilanciare il sistema elettrico e garantirne la sicurezza. Questo in quanto forme di auto-bilanciamento locale potrebbero ridurre le necessità di intervento centrali di Terna.

Si tratta di voci di costo tipicamente pagate in bolletta e che, in questo nuovo modello, andranno analizzate e poi scontate per quei consumatori che aderiranno a una comunità dell’energia.

Usufruire degli incentivi farà aumenterà le bollete?2020-09-25T14:12:29+02:00

Il meccanismo di incentivo non incrementa i costi in bolletta per i consumatori.
Questo perché sostituisce il cd meccanismo dello “scambio sul posto”, attualmente vigente, innovandolo in senso virtuoso (come spiegato nel seguito).

La norma introdotta nel mille proroghe si premura specificatamente di questo aspetto, laddove prevede che il meccanismo sia “realizzato tenendo conto dell’equilibrio complessivo degli oneri in bolletta e della necessità di non incrementare i costi tendenziali rispetto a quelli dei meccanismi vigenti” (art.42-bis, comma 9, lettera d).

Le comunità dell’energia riducono i costi di acquisto e importazione di fonti fossili2020-09-25T15:18:50+02:00

Le comunità dell’energia riducono i costi di acquisto e importazione di fonti fossili.
Il meccanismo premia la produzione e il consumo simultaneo di energia rinnovabile. Questo consente, oltre che di raggiungere gli obiettivi (vincolanti, ricordiamolo) europei al 2030 e di evitare le correlate sanzioni, di garantire maggiore sicurezza degli approvvigionamenti, sostituendo il consumo di fonti fossili di importazione con fonti rinnovabili prodotte in loco.

Si tratta di una voce di costo di cui ci ricordiamo solo nei momenti di crisi geo-politiche, ma che ha avuto in passato e potrà avere in futuro importanti ripercussioni sui costi dell’energia pagati dagli italiani.
Le rinnovabili hanno inoltre dimostrato di poter ridurre, in prospettiva, il costo stesso di produzione dell’energia rispetto alle fossili, generando un ulteriore beneficio economico per i consumatori. Questo, fra l’altro, sarà sempre più vero con il progressivo aumento del costo della CO2.
Infine, va ricordato, che il meccanismo di incentivo sostituisce, come detto, lo scambio sul posto, il quale premia anche chi produce rinnovabile e consuma fossile perché non tiene conto orari di produzione nei consumi.

Accedere agli incentivi è molto complicato?2020-09-25T15:20:46+02:00

Il nuovo meccanismo è più semplice e riduce i costi burocratici.
Il meccanismo di incentivazione è costruito secondo il criterio della massima semplificazione: non ci saranno pre-qualifiche da fare né bandi o graduatorie, ma sarà sufficiente fare richiesta al GSE, una volta realizzata la configurazione, per accedere agli incentivi. Anche da un punto di vista fiscale, il regime è stato semplificato: con il DL rilancio è stato stabilito che, per i condomini che realizzano una comunità rinnovabile, l’esercizio di impianti fino a 200kW non costituisce “attività commerciale abituale”. Così, in pratica, il condominio, per gestire i proventi degli incentivi all’impianto rinnovabile, non dovrà più aprire una partita IVA e avviare una gestione fiscale ad hoc.

Le comunità energetiche facilitano la realizzazione degli impianti, riducendo tempi e costi?2020-09-25T15:23:31+02:00

Sì: l’avvio di un modello decentrato che porta alla realizzazione di iniziative che partono e sono sviluppate dalle comunità locali, consentirà una più facile e veloce realizzazione degli impianti evitando così i costi e gli intoppi già visti laddove gli impianti vengono calati dall’alto su un territorio.

Le comunità energetiche riducono le speculazioni finanziarie sulle rinnovabili (e i relativi costi)?2020-09-25T15:25:50+02:00

Con questo nuovo modello decentrato, si portano i cittadini a realizzare e gestire direttamente gli impianti tramite, appunto, la realizzazione di comunità rinnovabili.
La legge ha esplicitamente previsto, in linea con la direttiva europea, che l’obiettivo principale delle iniziative deve esser quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai membri o alle aree locali in cui opera la comunità, piuttosto che profitti finanziari. È previsto, inoltre, che la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non possa costituire l’attività commerciale e industriale principale, proprio per far mantenere il controllo delle comunità ai cittadini che vi prendono parte.
In questa maniera, si eliminano i costi intermedi e finanziari che un approccio di puro business richiede e si evitano le speculazioni che in passato si sono talvolta registrate nel settore delle energie rinnovabili.
Si riducono così i costi per il sistema e, al contempo, si mantengono i benefici economici nelle tasche dei cittadini e nei luoghi dove le iniziative sono localizzate, stimolando al contempo imprenditorialità locale e senso di appartenenza.