Si è svolta lunedì 10 aprile presso la sede di Le Fonti la Tavola Rotonda dal titolo “Industria 4.0: il futuro del lavoro, le nuove competenze e le relazioni industriali” coordinata dal direttore dei mensili World Excellence e Legal Angela Maria Scullica e dal giornalista economico Luigi dell’Olio.
La Tavola ha analizzato in particolare l’evoluzione in atto nel mondo aziendale, con la progressiva diffusione della robotica, che comporta profonde trasformazioni in termini occupazionali, di gestione delle risorse e di disciplina giuslavoristica.
Relatori:
• Marco Bentivogli, Segretario Generale, Fim Cisl
• Gianluca Berghella, Presidente e CEO, Armundia Group
• Claudio Criscuolo, Group General Counsel, Cementir Holding
• Francesco Ghergo, Operations Director, iGuzzini
• Stefano Maio, Country Leader Business Analitycs, Oracle Italia
• Stefano Neri, Presidente, Terni Energia
• Gianni Pelizzo, Direttore Industry 4.0, Techedge
• Barbara Quacquarelli, Professore Aggregato di Organizzazione Aziendale e Gestione delle Risorse Umane, Università di Milano-Bicocca e MIP Politecnico di Milano
• Francesco Rotondi, Founding Partner, LabLaw
• Gianfranco Vinucci, Head of Pre Sales, Kaspersky Lab Italy
Stefano Neri, Presidente e Amministratore delegato di TerniEnergia, ha così dichiarato:
“Finora si è parlato di Industria 4.0 soprattutto in relazione al settore manifatturiero, ma in realtà vedremo le ricadute della digital transformation in quasi tutti i settori dell’economia. Per quanto riguarda il comparto energetico, sappiamo che vi saranno cambiamenti importanti, ma la transizione verso nuovi modelli di business rende oggi molto difficile prevedere quali saranno gli scenari vincenti. Si tratta di un fatto che non ha precedenti nella storia e questo sta paralizzando gli investimenti di molte aziende energetiche per il timore di sviluppare la ricerca in ambiti che poi non avranno un percorso di crescita importante. Di certo c’è che già oggi si assiste a una maggiore focalizzazione a valle della catena del valore, privilegiando la qualità della distribuzione verso l’utenza rispetto al modello tradizionale della generazione centralizzata. Dall’India alla Cina si assiste a iniziative destinate a migliorare la continuità dell’erogazione nelle aree dove la rete infrastrutturale presenta una serie di inefficienze. Sono convinto che l’integrazione del digitale nel settore energetico, favorirà l’automazione dei processi di distribuzione, vettoriamento e regolazione dei flussi energetici portando con sé una diffusione dei software e dei sensori anche downstream, fino all’abitazione dell’utente. L’ottimizzazione dei consumi finali, però, non porterà a un loro calo. Anzi, ci sarà sempre più fame di energia elettrica per applicazioni che oggi passano attraverso reti di natura differente. Basti pensare, ad esempio, alla domanda crescente per la mobilità elettrica. Quanto alla produzione energetica, invece, quello a cui si assiste già da qualche anno è la sostituzione delle grandi centrali, man mano che arrivano a fine vita, con impianti più piccoli, ma più distribuiti sul territorio”.