“Il settore della power generation fotovoltaica sta cambiando rapidamente sotto la spinta di aggregazioni, nuovi modelli di business e innovazioni tecnologiche. La transizione in atto sta portando a un processo di sovrapposizione delle attività di Operation and maintenance a più alto valore aggiunto alle finalità proprie dell’Asset management degli impianti solari. Si tratta di una sfida da raccogliere per quelle società che, grazie alla digitalizzazione dei processi industriali e di quelli amministrativi e finanziari, saranno in grado di favorire l’upselling dell’energia prodotta”.
Stefano Neri, presidente di TerniEnergia e Softeco, intervenendo a Milano all’evento “Le rinnovabili alla sfida della market parity”, ha delineato uno scenario di rapida trasformazione dell’O&M fotovoltaico. Quello che si affermerà, nella visione del Gruppo che integra l’esperienza industriale e quella informatica delle due società, è un modello di business che in America è stato denominato “beyond fit and forget”, che potrebbe essere tradotto con “ottimizza l’impianto e dimentica la vecchia manutenzione a guasto”.
Davanti a una platea di oltre mille partecipanti registrati, tra manager di aziende del settore, esperti del settore energetico, professionisti, docenti e studenti universitari, che hanno preso parte alla presentazione del Renewable Energy Report dell’Energy e Strategy Group del Politecnico di Milano, il presidente Neri ha affrontato queste tematiche nella sessione “La gestione del parco installato: le sfide dell’O&M tra innovazione tecnologica e di modello di business”.
Il settore fotovoltaico e le aggregazioni
“Il parco fotovoltaico esistente, nonostante l’impatto cumulativo di uno stillicidio di provvedimenti che ne ha in parte condizionato i rendimenti – ha spiegato Stefano Neri – è oggetto di un processo di aggregazione sul mercato secondario degli impianti utility scale. Questo processo ha ridotto il numero degli investitori e ne ha modificato sostanzialmente la natura. Da una fase pionieristica e parzialmente speculativa, si è passati ad un nuovo panorama, contraddistinto dalla concentrazione di operatori specializzati, attenti alle economie di scala e focalizzati sulla gestione industriale degli impianti. Si tratta di fondi specializzati, grandi utilities e nuovi attori della generazione distribuita, che accettano rendimenti più bassi in cambio di un rischio minore e di una standardizzazione della gestione del parco impianti. Questi operatori richiedono all’O&M provider un salto di qualità: non bastano più le ditte che sfalciano l’erba, che lavano i pannelli o che risolvono il guasto elettrico. Oggi vengono richiesti servizi a più alto valore aggiunto, che consentano di garantire il ritorno degli investimenti e il profitto della vendita dell’energia sul mercato, abbassando il rischio per l’investitore. E’ in questo contesto che nascono nuovi modelli di business, come quello degli aggregatori, lato produzione e lato consumo, o quello del demand response”.
I nuovi modelli di business
“Nuovi servizi – ha proseguito Neri – non significa, però, solo nuove tecnologie. Utilizzare i droni per le ispezioni aeree, automatizzare i processi di data analysis, dotare gli impianti di sensori e allarmi, videosorvegliare i siti produttivi non sarà comunque sufficiente. Assisteremo a un’evoluzione duale: da un lato ci sarà l’”O&M Ibrido”, con dipendenti diretti delle aziende proprietarie che si occuperanno delle attività ordinarie e con società esterne, altamente specializzate, che forniranno soluzioni avanzate. Dall’altro, invece, nascerà un nuovo modello che si potrebbe definire “beyond fit and forget”, in cui nuovi soggetti – dotati di competenze industriali, digitali e finanziario-amministrative – consentiranno ai proprietari di concentrarsi sulla massimizzazione del ritorno dell’investimento, affidando chiavi in mano a questi player la missione di incrementare e ottimizzare l’efficienza degli impianti. Si tratterà di una funzione nuova che, sostanzialmente, porterà a una sovrapposizione dell’O&M e dell’Asset Management, creando una nuova classe di operatori intermedi, tra produttori di energia e consumatori. Questi nuovi player, infatti, vivranno sulla frontiera dell’innovazione nella fase di operation, operando come consulenti in grado di implementare in tempo reale lo stato dell’arte tecnologico per il migliore funzionamento dell’impianto. Allo stesso tempo, faranno evolvere il concetto di manutenzione, trasformandola in un’attività di improvement continuo del funzionamento e della redditività dell’impianto”.
L’impatto delle nuove tecnologie
“Chiarito che i driver di questa trasformazione non saranno solo quelli dell’innovazione tecnologica – ha concluso il presidente di TerniEnergia e Softeco – la sfida per i nuovi operatori dell’O&M fotovoltaico sarà quella di delineare gli standard di miglioramento di un settore che ha relativamente pochi dati storici a disposizione. Si tratta, infatti, di un comparto che solo oggi, a dieci anni circa dal primo Conto Energia, comincia ad entrare nella fase della maturità, a differenza di settori come il termoelettrico o l’Oil&Gas contraddistinti da attività e processi consolidati. L’impatto delle tecnologie digitali, nella definizione di questi protocolli di ottimizzazione e standard operativi fortemente richiesti, sarà dirompente. Il nostro Gruppo prevede, per il futuro, l’affermazione di chi sarà in grado di fornire piattaforme fully digital, in grado di automatizzare tutti i processi e di introdurre il concetto di Smart O&M”.